Messaggini, chiamate, social, news, shopping, gaming, foto, video e chi più ne ha più ne metta: cosa accomuna tutti questi temi?
Esatto! Sono tutti fruibili e raggiungibili grazie a quel piccolo strumento rettangolare che troviamo nelle nostre tasche. Bastano appena 5-6 pollici per entrare in contatto con gli amici, condividere esperienze, avere accesso a tutte le news del momento, scattare una foto o svagarsi con qualche gioco. Bastano 5-6 pollici per raggiungere in pochi secondi ciò di cui abbiamo bisogno.
È per questo motivo che trascorriamo gran parte della nostra giornata tenendo fra le mani questo piccolo strumento: lo smartphone. E se per qualche minuto riusciamo a distrarci dal suo utilizzo sfrenato, sicuramente non durerà per molto! Notifiche su notifiche cominciano a comparire sul nostro schermo e a distrarci dalla vita quotidiana.
Ma com’è cambiato l’utilizzo dello smartphone nel corso degli ultimi anni? Quante persone al mondo dispongono e utilizzano questo strumento?
Come tutti sappiamo, il numero degli utenti che possiedono uno smartphone è aumentato notevolmente nel corso degli anni. Il numero di smartphone users è più che triplicato tra il 2012 e il 2020, raggiungendo la quota di 3.5 miliardi di utilizzatori in tutto il mondo. Il trend non sembra rallentare né tantomeno bloccarsi: come è possibile vedere dal grafico, nel 2021 si prospetta un ulteriore aumento di users, che raggiungeranno la quota di 3.8 miliardi. Ciò significa che il prossimo anno quasi la metà della popolazione mondiale possiederà uno smartphone.
Sicuramente il 2020 è stato un anno molto particolare che ha amplificato ulteriormente l’utilizzo dello smartphone e, più in generale, dei device connessi, soprattutto nel corso della primavera durante il lockdown globale. A conferma i dati elaborati dagli analisti di App Annie, che certificano un incremento importante dell’utilizzo dello smartphone e soprattutto un aumento del 40% dell’uso di applicazioni rispetto all’anno precedente (a livello mondiale). Il picco massimo è stato raggiunto ad aprile, nel quale gli utenti hanno trascorso 200 miliardi di ore utilizzando applicazioni; un record senza precedenti.
Il primato in questo periodo si è raggiunto anche con i download: 35 milioni di applicazioni scaricate in tutto il mondo nel periodo tra aprile e giugno e, in generale, 130 miliardi di app scaricate su Google Play e App Store in tutto il 2020 (Fonte: App Annie).
Secondo la ricerca effettuata da GlobalWebIndex sulla relazione fra Covid-19 e influencer marketing, il 72% degli utenti che seguono influencer afferma di aver speso più tempo sui social media da quando la pandemia è scoppiata e il 64% afferma che continuerà ad usare i social media per lo stesso ammontare di tempo anche una volta terminato il lockdown.
È evidente dunque che il lockdown ha colpito profondamente il mondo digital nella primavera del 2020, influenzando anche l’ammontare di utilizzo medio dello smartphone da parte degli utenti, valore che sta tuttora aumentando.
Più dell’80% degli utenti navigano nel web tramite mobile (Fonte: IMPACT) e spendono in media 5 ore al giorno sul proprio smartphone (Fonte: Blue Corona), controllando le notifiche 150 volte in un giorno (Fonte: MarketingLand). L’83% degli utenti si aspetta un’esperienza d’uso impeccabile su tutti i dispositivi, soprattutto sul proprio smartphone (Fonte: IMPACT).
Il 2020 ha decisamente confermato quella che ormai è ben più di una tendenza, ovvero il maggiore utilizzo di dispositivi mobili da parte degli utenti (il 66% degli utenti si dichiara smartphone addicted – Fonte: Rescue Time).
Quando si parla di user interface e digital design l’obiettivo oggi diventa costruire un’esperienza utente fluida e intuitiva, garantendo la piena soddisfazione delle aspettative dell’utilizzatore e la massima semplicità di fruizione del servizio.
Se si pensa a un contenuto, che sia per il proprio sito web o per i propri account social, è importante considerare il device dal quale tale contenuto verrà fruito, poiché questo influenzerà tanto l’esperienza utente quanto i risultati ottenuti in termini di engagement o di vendita.
Non a caso Google, che ha recentemente introdotto la libreria dei Web Vitals, ovvero uno strumento col quale è possibile misurare oggettivamente le performance di un sito, ha dichiarato che il rispetto e il miglioramento dei parametri misurati, tra cui anche la responsiveness, costituiscono un fattore di posizionamento del sito.
Costruire quindi un sito web mobile first, cambiando a volte anche radicalmente l’architettura dei contenuti rispetto alla versione desktop, è un primo passo fondamentale per qualunque azienda voglia competere ad alti livelli nei prossimi anni.